Corpofrutta

Il termine che dà il titolo all'opera non è mio; l'ho estrapolato da una poesia di Marcia Theophilo. Corpofrutta... un composto lessicale semplice, carico, evocativo. Ha senso, prende i sensi; crea immagini e profumi generosi. Ho letto "Equatore" mentre scrivevo una fiaba musicale ambientata nel Mato Grosso. Sentivo istintivamente che quell'intuizione - gioco di parole - apparteneva anche al mio mondo; rifletteva una voglia vitale di dar voce a qualcosa di indecifrabile.
In fase di registrazione mi sono divertito a fare dei test, dicendo ad alcuni colleghi il nome che avrei dato al mio cd: alcuni hanno sorriso con sorpresa; altri sono rimasti perplessi, commentando "... Quindi Macedonia?". Si, in senso laico, poichè "il Corpofrutta" è stato anche un metodo - l'idea - per selezionare e mescolare nove canzoni (tra le svariate) create negli ultimi tre anni. Non propongo un concept album com'era inteso negli anni '70 (per quanto io, nel profondo, lo senta come tale). Ogni brano è universo a sé stante; con la sua storia, il suo sound, il suo sapore. "Corpofrutta" è l'anima, l'equilibrio per tanti piccoli equilibri: parole e suoni, contenuto e leggerezza, ironia e serietà, tradizione e sperimentazione; tra il senso della fantasia e quello della necessità.
Corpofrutta nasce dalla foresta e torna ad essere, per me, foresta (anche urbana, balneare, rurale...). Un luogo, dove trovo e mi ritrovo.

Michele Bramucci

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