Parole
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Il fagiano
(testo: Michele Bramucci e Claudio Cherubini, musica: Michele Bramucci)
Bella l'estate in vacanza
su spiagge bianche l'abbondanza
di onde, gioconde in bikini
un orizzonte fra i lettini
La libertà…
la vela al vento si allontana già
la radio dà
divertimento e parrappappà
Bandiera gialla in riviera
e anch'io vorrei la pelle nera
sotto il sole di Baccini
i maschi della Già Nannini
"Cosa c'è là?..."
un bimbo con sorpresa chiede al papà
"Che mai sarà?...
non è un gabbiano quella cosa là!"
C’è un fagiano
che volteggia pian piano
sopra alla folla col naso all'insù
che vede cambiato il suo bel cielo blu
E' un fagiano
con il manto gitano
Sul litorale che cosa ci fa
lui che dal bosco mai se ne va?
Certo è una strana vacanza
con un fagiano in vicinanza
e ora qualcuno già pensa
al senso della sua presenza
"Chissà, chissà
se è stato il vento a portarlo qua?
…O è libertà?...
…decidere d'istinto quel che si fa...”
C'è un fagiano
che volteggia pian piano
sopra la spiaggia col becco all'ingiù
sopra un bel mare dipinto di blu
E' un fagiano
lento come a metano
La gente ride e forse non sa
che un altro bosco sta bruciando già
Ma brucia piano, lontano da qui
dove il mare è calmo e va bene così...
L'estate che ride e poi passerà
portando la noia del tempo che va...
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Richelieu
(testo e musica: Michele Bramucci)
Era un secolo lento
Studiavo tanto e stavo attento
Chiuso nel seminario
colletto bianco ed il breviario
Pregando San Martino
per diventare un buon pretino
sognavo il mio futuro
di fede e carità
Ma venne un giovedì, il priore mi chiamò
"E' grande onor per noi... Il Cardinale ha scelto proprio te!…
...è là in canonica... inauspicata visita..."
I passi per le scale (il cuore, un temporale)
Sento che pioverà
Fulgore e diplomazia
nelle sue vesti da Re
Storie di sdegni, casati e di regni confondono
Poi quel silenzio, lo sguardo d'assenzio
mi penetra il cuore anche senza parole
Di colpo un invito mi lascia smarrito:
"Dai... Ti porto a Saint Tropez!"RICHELIEU...
Sulla spiaggia corriamo, mi tieni per mano perché...
siamo due parigini che scoprono il mare del sud
Con lo sguardo lontano inseguiamo un fagiano io e te
C'è un sorriso improvviso che t’illumina il viso
RICHELIEU...
Il sole va... rinfresca un po’
Nuvole, maestrale... ecco un temporale
Piove e la talare... diventa bordeauxRicordi Richelieu, la sera all'osteria
gli scherzi a D’Artagnan:
l'aceto di nascosto nel cognac
Pensieri frivoli su marchesi stitici
Le gare a rimeggiar sul canto provenzal
bevendo vin brulé
...Poi stanchi dell'allegria...
un rifugio camera tua
per leggere i classici, versi di Saffo e platonici
Poi quel silenzio, lo sguardo d'assenzio
ancor più vicino l'odore, il respiro...
Di colpo le mani fan giochi pagani
si prendono tutto me...RICHELIEU...
Questo mare è agitato... navighiamo sudati io e te
Siamo due parigini, corsari nei mari del sud
...E portami più lontano, a scoprire le flotte del Re
or che sono inondato dalla “ragion di Stato”
RICHELIEU ...
Storie da celare
sotto la talare…
ma se guardo il mare
...diventa bordeaux
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Vera
(testo e musica: Michele Bramucci)
Caldo il giovedì sera in odor di Chanel
Al "Corazòn Balera”, musiche di Gardel
Lucido e ghette, scarpe perfette
sfrecciavano sul parquet
e nella ronda della milonga
vidi il tuo passo doublé
Mostrai la mia gardenia...
quel gesto ti conquistò
Vera…
calze con la riga nera, una rossa giarrettiera
e le curve della Mangano
Vera...
sguardi come di pantera, fai girare la balera
ed i cavalieri bramano
Ma questo tango è per me
or che altra dama non c'è
in questo giovedì che il cuore invita
a danzar le gioie della vita
Vera...
due Campari con il vino
tu tenevi la mia mano
mi portavi via con te!
Andammo in Via Caprera, strano rifugio il tuo
sembrava un galera il luogo del desìo
Fruste e manette sulla mochette,
catene attorno al sofà
Sangue, bolero ed io…prigioniero
della tua voracità
Non fu "amor di maniera"…
sull'ara tua m'immolai
Vera...
calze con la riga nera, una rossa giarrettiera
per due gambe che attanagliano
Vera...
graffi come di pantera, nel silenzio della sera
le mie grida danno spasimo
Ma questo fango è per me
che gioco a fare il viveur
perché è solo un tango questa vita
e oggi ballo la tua cumparsita
Vera...
sul tuo letto a baldacchino
hai segnato il mio destino,
la mia schiena da lacchè! -
Cicala canta
(testo e musica: Michele Bramucci)
Canta, cicala canta, cicala canta che arriva sera
canta cicala bianca se la giornata ti ha reso nera
Scura come formica, mezza mollica portata in banca.
Ora sai: lavorare stanca e il tempo correndo cambia
Tu cambia cicala quando l'inverno rende la vita dura
canta nella tua stanza come nei campi della calura
Nuda con la chitarra - colore, terra - e la testa affonda
nei prati di lavanda e tu canta, cicala canta.
Canta per te, per la voglia di vivere
c'è un torrente nell'anima che laverà e guarirà le ferite
Canta perché vuole un volto la fantasia
vuole corpo la musica che vola via come l'estate
e porta con sé la danza
le tracce d’un’eleganza
c'è un filo tra cielo e pianta...
Canta, cicala canta
Canta, cicala canta per ogni pinta che s'alza in aria
sogni di una ribalta nella "Locanda della Cicoria"
Notte che sbraita grassa, distratta passa sulla tua banda
"Certo, non si rimanda" e tu canta, cicala canta.
Canta per te, per la voglia di vivere
c'è un torrente nell'anima che laverà e guarirà le ferite
Canta perché vuole luce la fantasia
vuole voce musica che vola via come l'estate
e porta con sé la danza
le tracce d’un’eleganza
c'è un filo tra cielo e pianta...
Canta, cicala canta
Canta, cicala canta, cicala canta che arriva sera
canta, cicala bianca se la giornata ti ha reso nera
Scura come formica, la fiaba antica col tempo cambia
Sai: lavorare stanca...
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Colibrì
(testo e musica: Michele Bramucci)
Nella cucina assolata c'è un bambino-pirata
ruba la cioccolata e la tranquillità
Monello vispo e veloce; una delizia, una croce
“...E datti un po' una calmata!”
Che io dovrei fare tanto ma tu cadi, c'è il pianto
e l'attenzione d'istinto corre lì da te
che hai la voce affannata e vuoi una fiaba cantata
per cacciar lo spavento
Accordo la chitarra... sol-si-mi
ti porto nei lontani Tropici
Nella Foresta di Maggio c'era un grande villaggio
fra un sentiero selvaggio e il fiume Paranà
Ci stava un bimbo goloso, troppe volte smanioso
d'aver tutto in assaggio.
Ma un giorno fece il furbetto e con il passo da gatto
entrò in casa del mago detto Gran Payè
e lì trovo un pentolone (profumata pozione)
che gustò di soppiatto
Stai certo che del furto si pentì:
di colpo, tramutato in colibrì
Tutto sembra più grande
la foglia al vento è un aliante
gigante anche un chicco di caffè
Tutto è Suono e Calore
più forte delle parole
di una fiaba che canto per te
Nella Foresta di Maggio lo stregone era saggio
e conosceva il linguaggio anche dei colibrì
Uno di loro piangeva e al vecchio mago chiedeva
di portare un messaggio:
"Là in fondo c'è una capanna; all'uscio vedrai una donna
triste, che è la mia mamma... ancora aspetta me...
Tu dille che io sto bene; gioco con le falene...
ma il suo bacio mi manca...
Per questo bacio rose ed orchidee
ed altre nasceranno grazie a me”
Con rabbia il vecchio stregone ripensò alla pozione
a uno strano ladrone entrato in casa sua
"...Ed ora eccoti qui, stupido colibrì...
sconti la punizione!"
Ma quel messaggio sincero lo commosse davvero
cambiò l'umore nero e provò pietà
"Come uccellino hai capito che il tuo cuore è legato
a quello del mondo intero”
Il mago fece un gesto, poi sparì
Così tornò bambino, il colibrì
Adesso tutto è importante
la foglia al vento è un aliante
gigante anche un chicco di caffè
Tutto è Suono e Calore
più forte delle parole
di una fiaba che canto per te
Tutto sembra più grande
la foglia al vento è un aliante
gigante anche un chicco di caffè
Tutto è Suono e Calore
più forte delle parole
di una fiaba che invento per te -
Un'estate che va
(testo e musica: Michele Bramucci e Claudio Cherubini, musica: Michele Bramucci)
L'aria del mare arriva altrove
sulle colline o qui in città
asciuga i pini per le strade
s'appoggia al tavolo di un bar
Nell'aria c'è una musica da spot
tanto solare che mi appare un pedalò
…porta un’emozione..? Il cuore dice "boh?"
Mercati e borse colorate
le gambe sfiorano i foulard
vetrine esotiche esplorate
c'è un mondo in fondo al depliant
Anch'io mi perdo in fantasie low-cost
un'avventura a piedi nudi tra i falò
Volo d'ambra e miele che mi illude un po'
E' un'estate che va senza troppa magia
torna la nostalgia di un sorriso perduto in un gioco a rincorrersi
E' un'estate che sa raccontare bugie
Comunque sia, non resto qua…Bon voyage
Spiagge di raso e arcobaleno
rubate alla velocità
la fronte appesa al finestrino
del treno per l'Hotel Seagull
La camera è di un naufrago, lo so
la prospettiva vista mare di un oblò
Sotto questo sole il cuore è un organo
E' un'estate che va senza troppa magia
torna la nostalgia di un sorriso perduto in un gioco a rincorrersi
E' un'estate che sa raccontare bugie
Comunque sia, non resto qua...Bon voyage, per me...
E' un'estate che va…
E' un'estate che va…
Da una stanza alla stazione, tra i delfini di cartone
tra i dialetti e le persone in attesa di un vagone
dove il posto è da inventare, dove suona un cellulare... "E' quella musica del bar"
E' un'estate che va...
Dalle rive alla pianura, sui balconi ed è già sera
sopra un duplice filare di binari per pensare
"Il mare arriva altrove, oltre l'infelicità"
E’ un'estate che va… -
Commedia all'italiana
(testo e musica: Michele Bramucci e Claudio Cherubini, musica: Michele Bramucci)
Lo sento anch'io, la casa è gelida
ma eccoci qui tornati in carica
Mesi di crisi, poi la scelta drastica:
Natale a Rio… (io) …tu invece in Africa
Le foto mie (jpeg) su spiagge libere
safari tuoi, savane torride
e adesso flussi di pensieri semplici
in questo sì… (sì!) …sembriamo complici
Ma c'è… non detto ancora "quel sospetto", forse una realtà
Ecco lo spettro tra noi sul sofà
Amore-schiaffo al cuore, amor che sa di sale
Amor che non sa dire "…amore, resta qua"
Gira la bobina, pellicola nostrana
di una commedia all'italiana vista già
Senza trucco e senza inganno, riusciranno i nostri eroi...
a dire due parole, digerire sale
per impastare pane, amore e fantasia?
"Tesoro mio... (sì) …ma è stato un attimo...
la fedeltà non è un ergastolo
e dimmi se anche tu… tu con gli indigeni
…che vuoi che sia per noi, moderni autentici"
E invece no!
Palmari e pentole
volano via, mirando all'inguine
Notte di sedie rotte ed urla isteriche
Martello tu… (io) …sono l'incudine!
Ma c'è… il grande specchio ancora intatto e un occhio guarda là
Di colpo visti da fuori, noi due come attori di un film interrotto a metà
Amore-schiaffo al cuore, amor che sa di sale
Amor che adesso dice "…amore resta qua
… e ferma la bobina, pellicola nostrana di una commedia all'italiana vista già
Senza trucco e senza inganno, dammi un cenno d'ironia
e trova le parole per abbracciare il cuore
e rimpastiamo pane amore e fantasia!"
"Senza trucco e senza inganno, dammi un cenno d'ironia
e trova le parole per abbracciare il cuore
e rimpastiamo pane amore e fantasia!" -
Quando cambiano i campi di grano
(testo e musica: Michele Bramucci)
La campagna è fotogenica per passare la domenica
sembra sempre come sempre… e invece guarda là!
Quei riflessi che non c'erano ieri: il sole picchia forte su vetri neri
Una lavagna fra le vigne… ma che sapore ha…?
E quel segugio di zio Lucio sta impiantando nel suo mondo novità
Anni d'aratro e sacrificio… Ora filari di silicio
che fruttano elettricità
Gli sembra strano
dover dire ancora "Non è colpa mia
se un bel terreno non s'annaffia di poesia!"
E sembra strano
non sentir più odore d'olio e mezzadria mentre parliamo
Quando cambiano i campi di grano
Quando cambiano i campi di grano
"Quando cambiano le rendite… Quando cambiano i parametri
... Quanti gli acri per gli espropri… tu lo sai o no?!"
Ma io penso a colli senza stagioni
a una coppia che nasconde evasioni
sotto ombrelli di pannelli per ararsi un po'
... Ma c'è un futuro di opportunità! Terapia per la mia precarietà
Mi vedo scuro, trafelato che passo un cavo sterminato
Pane, salame e Kilowatt
Poi sarà strano
dire ad un profano "non è colpa mia
se il panorama é una forma di energia!"
Poi sarà strano
disvelare da una vecchia melodia quel senso arcano
Quando cambiano i campi di grano
Quando cambiano i campi di grano
In quel mondo vicino e lontano
Un lago nero, un lago nero cresce intorno a me
e copre gli ettari, fra case e fabbriche
Un lago nero, lago nero nasce dentro me
sarò un artefice?… od un carnefice?
Un lago nero, lago nero per riflettere
sul senso pratico, sul senso estetico
Ma è un lago nero che nasconde chi ha il petrolio stretto in mano
Quando cambiano i campi di grano
Quando cambiano i campi di grano
In quel mondo vicino e lontano -
Susy
(testo e musica: Michele Bramucci)
Vecchio scantinato
memorie impolverate in penombra e umidità
Così, qui niente va perduto
ma cʼè il morso quasi astuto della ruggine qua e là
Tra quadri e cenci, inciampo e tiro un plaid
rivedo te di nuovo, vecchia bici
Susy...
braccia secche, cicatrici
…che fughe con gli amici…
per le discese ventose giù in velocità
La frenesia non frena a quellʼetà
Susy...
facce rosse per due baci
…per dire “Sì, mi piaci”…
gite sterrate, le gomme bucate al pic-nic
cʼè stato un “no”, un “forse”, infine un “sì”
Poi radure per cadere senza il senso del pudore
Susy a sud
il cielo blu sopra un velo di rami
Susy a sud
le bianche scìe, gli orizzonti lontani
dove lʼaeroplano viene e va
Nel vecchio scantinato scoppia il caldo
chiavi inglesi, stringo Susy col sellino un poʼ più alto
… scappo spettinato...
corre la mente che prende più velocità di me
La fantasia investe la realtà
e sarà testa o croce…
tre “dlin dlon”, sʼaffaccia e tace
scende, ride e dice
“Non posso crederci, tu con la Susy che fai...?
Dieci anni e più… e tu non cambi mai!”
Poi le gare a ricordare, ma col senso del pudore
Susy a sud
il cielo blu sopra un velo di rami
Susy a sud
le bianche scìe, gli orizzonti lontani
vedi, lʼaeroplano viene e va